Re Nudo Agosto 1998
VOICING© per la conoscenza di sé
Al di là delle parole
Il VOICING© non à una terapia, non è un metodo per imparare a cantare, non è una tecnica di meditazione ma è un approccio di conoscenza di sè che usa la voce cantata come mezzo per percorrere il territorio di questo viaggio.
Come tale può essere estremamente "terapeutico", rivelando, sbloccando e integrando blocchi emozionali con risultati di apertura e di libertà emozionale e creativa. Può aprire la gamma della propria espressione sonora e rendere la voce più piena, più ricca e sicura, offrendo anche dei mezzi di conoscenza e di tecnica per coltivare e arricchire la propria voce. Può avere degli effetti di trasformazione profonda sia a livello energetico che di coscienza, a volte facendo scatttare la magia della non-mente e cioè della dimensione dell'Essenza al di là delle identificazioni e come tale può anche essere visto come un processo "spirituale". Questo approccio, per la sua natura (la voce) e per essere il riflesso della mia natura e della mia esperienza, si estranea da una definizione strettamente classica di ricerca scientifica, di psico-terapia, di meditazione ecc. per inglobare queste esperienze, inclusa la loro apparente contraddizione, in una visione meno astrattamente definibile come metodo ma più come risposta organica alle situazioni sempre nuove e irrepetibili, con la voce che funge da unico filo conduttore. Sempre di più oggi si sta arrivando a superare i confini soprattutto degli approcci di comprensione strettamente lineare per includerli in un contesto più vasto di soggettività. Questo sta capitando un po' in tutte le aree anche in quelle puramente scentifiche come la fisica. A questo punto vorrei fare un passo indietro per dire alcune parole su come è nata per me quest'avventura che poi è diventata ricerca, fonte di conoscenza e base di un corpo di lavoro che ho cominciato a condividere oltre 10 anni fa. Nel 1974, durante un lungo viaggio di ricerca spirituale in Centro e Sud-America, in un contesto particolare, d'un tratto mi sono letteralmente sentita cantare. Premetto che fino a quel momento facevo parte del folto stuolo di persone con la stigmata della stonata a cui avevo creduto, smettendo, già dall'infanzia, ogni tentativo canoro, compreso quello "privato" sotto la doccia... Quindi questa esperienza fu tanto più intensa quanto insospettabile. Ciò che usciva dalla mia bocca era straordinario sia per la bellezza che per il potere e la forza del canto sconosciuto che si esprimeva mio malgrado, sia per la totalità con cui ogni cellula del mio sistema ne era coinvolta senza dare spazio all'interferenza mentale. Questo evento mi cambiò radicalmente e mi apr“ la porta verso l'intensa esplorazione del suono, della voce e dell'ascolto. Usavo il suono come mezzo di introspezione, come filo conduttore che mi guidava verso stati di contemplazione profonda. La voce cantata mi offriva invece il percorso opposto per esprimere queste realizzazioni, dar loro una voce senza cercare di darne una spiegazione. Il segreto era mantenere l'intento e lasciare succedere senza interferire. Quello che mi affascina sempre della voce è soprattutto la sua facoltà di potersi facilmente staccare dalla struttura della personalità per rivelare i contenuti dell'Essenza e cioè delle nostre realtà più vere e più intime, e questo senza uno sforzo o un'apprendimento particolare. In tal senso ho sviluppato una tecnica per mantenersi nel flusso del canto, senza lasciarsi distrarre o interrompere dalle perplessità e dai giudizi e per mantenersi focalizzati nell'ascolto della propria voce. L'immersione nel mondo dei suoni implica il recupero della modalità uditiva poichè quello che non riusciamo a sentire difficilmente possiamo riprodurre a livello sonoro. Questo è tanto più importante oggi dove la cultura dominante tende a diventare quasi unicamente visiva spingendo sempre più nell'inconscio la nostra consapevolezza dei suoni. Questa nostra insensibilità all'ascolto ci permette di tollerare (per modo di dire perchè nulla è mai cancellato) un esasperante grado di inquinamento sonoro che è altrettanto nocivo di quello chimico. Il recupero della consapevolezza dei suoni non è esente da realizzazioni che dobbiamo imparare a gestire come quando delle inflessioni sonore, per esempio simili a quelle genitoriali legate ad eventi sgradevoli, costrittivi e abusivi, possono rievocarne gli eventi che cercavamo invece di cancellare. Nel VOICING© molta attenzione è rivolta all'ascolto per ricuperare appunto quello che è il significato sonoro sia dei suoni e soprattutto quello delle voci umane, al di là del significato del linguaggio. Si impara, come quando, da infanti, si sapeva riconoscere e capire il significato della voce al di là del significato delle parole. Questo apprendimento è tanto più sorprendente e rivelatore quanto facile. Saper "leggere" una voce non è necessariamente la prerogativa dell'esperto. La voce, ancora più accuratamente del linguaggio corporeo, non mente, rivela cioè con precisione anche tutti gli aspetti di falsità che, ovviamente, tutti noi, in misure diverse, esprimiamo. Uno dei primi passi che queste rivelazioni ci portano a fare è comiciare ad accettare la dicotomia fra chi siamo veramente e l'immagine che pensiamo di essere e coltiviamo con tanto accanimento. Questa immagine è la personalità. La personalità si basa su parti favorite e parti negate, di conseguenza anche la voce favorisce alcune tonalità, alcuni timbri e ne escluderà degli altri. Nel VOICING© quindi lavoriamo molto sul recuperare queste parti negate, sempre naturalmente attraverso il canto. Per permettere una penetrazione più accurata in questi strati di ombra scegliamo di mettere la lente di ingrandimento su delle fasce di tonalità sonore. Faccio un'esempio: se esploriamo le possibilità sonore delle tonalità basse della voce siamo obbligatoriamente portati ad esprimere ed esplorare tematiche legate al rapporto con le nostre radici, il rapporto con la nostra realtà fisica-corporea, quindi anche gli aspetti della forza fisica, il rapporto con gli antenati, con la soppravvivenza ecc. Analogamente, se esploriamo una fascia sonora più alta incontreremo altre realtà, altre tematiche. Per ogni fascia sonora esplorata uso un'archetipo che funziona da "chiave" per aprire la porta del negato e di conseguenza "apre" la gamma e la corposità della voce. Il contesto può avere delle colorazioni da psico-dramma per agevolare e rendere più facile e divertente l'espressione delle parti in ombra. A volte la parola diventa importante ma non deve mai prendere il sopravvento sul canto. Vorrei precisare che una delle mie insistenze è di realizzare che non c'è nessuno (che non abbia un'anomalia fisica che glielo impedisca) che non sappia cantare. Cantare è un diritto di nascita come dipingere e ballare. Il problema lo creiamo quando definiamo delle modalità di canto che accettiamo come giuste, belle, uniche ecc. Fortunatamente oggigiorno la tendenza al Global Village ci offre sempre di più la possibilità di ascoltare su larga scala diversi modi di espressione canora e quindi ci aiuta a relativizzare i nostri giudizi culturali e le nostre percezioni sul canto. Durante il VOICING© quello che mi interessa è la risonanza di una voce (non importa se, secondo i nostri canoni classici, il suono è strano o sconvolgente). Quando una voce risuona vuol dire che riflette qualcosa di reale, di vero e come tale entra in armonia con l'Universo. Questa realizzazione aiuta a sollevare il coperchio dei giudizi e ad aprire le porte verso l'accettazione di sè. Ogni volta che si accetta una parte negata, si libera una grande quantità di energia che diventa disponibile per la voce e per l'espressione di sè, per la propria creatività: la personalità ( che in fondo non è che un sitema di limitazioni) di destruttura un po' e l'Essenza si rafforza. Il VOICING© è quindi un lavoro che si situa anche a livello delle credenze, infatti molto rapidamente ci si deve confrontare con i condizionamenti. Quanti di noi , infatti, hanno all'inizio della propria lista delle repressioni frasi come: "Stai zitto", "Parla più piano", "Non gridare" "Ma cosa stai cantando?" "Ma taci che sei stonato" e cos“ via. Quanti di noi si sono sentiti o si sentono terrorizzati, ammutoliti o tanto meno inedeguati quando dobbiamo confrontarci con un pubblico, esprimerci in situazioni insolite o semplicemente esprimerci. Durante il VOICING© i partecipanti si trovano spesso a varcare questi confini cos“ paventati senza quasi rendersene conto. Il contesto di supporto e incoraggiamento è tale che ognuno riesce a saltare nei territori sconosciuti creando cos“ un possibile, una novità che si inserisce nel nostro cervello come un nuovo chip di informazione. Le paure potranno anche ritornare ma le nuove informazioni , tanto più forti quanto più totali nel coinvolgimento vocale, hanno aperto la possibilità di nuovi percorsi di espressione e quindi uno non può ritornare esattamente dov'era prima. Una caratterisstica propria del canto è l'accettazione. Uno non può cantare il proprio dolore se non lo accetta, se non si da il permesso di sentirlo; tutt'al più canta il lamento. Il VOICING© aiuta a sentire profondamente e ad esprimere questo sentire. Quando il canto risuona è il seganle che abbiamo raggiunto l'accettazione necessaria e, a quel punto, ogni cosa diventa sublime perchè lo facciamo per noi stessi e al tempo stesso è un'offerta verso l'Universo. Non importa quindi qual'è il contenuto. Anche l'odio diventa sublime in quel momento perchè non è oggettivato, non si cerca di dare la colpa a un'altro (nel qual caso la voce non risuonerebbe) ma diventa pura espressione di una propria realtà interiore di sè e per sè . La prova è che ogni volta che qualcuno ascolta una simile esperienza, ne viene travolto emozionalmente come davanti a un'evento sacro, con l'esperienza di silenzio profondo che ne deriva. Nel VOICING© si incoraggia l'accettazione che porta poi alla dignità di essere e soprattutto di esprimere quest'essenza. Questo crea centratura, potere e consapevolezza anche fisica. A proposito del fisico, mi si chiede spesso se la pratica del VOICING© può avere dei risultati anche sui problemi fisici. Io non credo alle formule che vanno bene un po' per tutti, posso solo constatare degli effetti che ritengo siano comunque il frutto di una comprensione e applicazione personale.
Spesso mi sono stati riferiti dei risultati, a volte persino spettacolari, in relazione soprattutto a problelmi digestivi e dolori, compresi certi mal di testa. Siccome l'origine dei problemi anche fisici è quasi sempre la stagnazione energetica, rimettere in movimento l'energia con il canto è un metodo di sblocco che a volte può dare risultati positivi.
Dare una voce al problema fisico vuol dire, prima di tutto, sentire, entrare in contatto, cercare di capire il linguaggio del corpo e, invece di dare spiegazioni, mettersi da parte per lasciare che il disturbo si esprima direttamente. Sembra strano e difficile ma, invece, risulta sorprendentemente semplice. A un livello più avanzato del VOICING© ci inoltriamo nell'aspetto più sottile di percezione dei suoni e del loro effetto sugli organi, sulle cellule e sui livelli di coscienza. Ma anche qui non possiamo trarne delle regole: è sempre un fenomeno legato al momento; tutt'al più si possono osservare delle analogie e delle costanti riguardo a fasce sonore ma la complessità dell'universo sonoro, di cui anche noi facciamo parte, non può essere quantificato. Mi si chiede spesso se il VOICING© si rivolge a un pubblico particolare, se bisogna essere cantanti attori ecc.
Il VOICING© può senz'altro aprire nuovi orizzonti ai professionisti che in modi diversi hanno a che fare con la gente e il verbale come operatori nel campo del sociale, dell'apparato medico, dell'educazione, dei media, della promotion ecc., cos“ come per attori, cantanti e musicisti che vogliono andare oltre i propri limiti. Il veicolo sul quale cavalchiamo è la voce e quindi è probabile che risuonerà di più per coloro che hanno a che fare con il mondo sonoro o che ne sentono il peso dell'esclusione. Ma soprattutto il VOICING© si rivolge a tutti coloro che hanno la passione di ricercare chi sono veramente.